Aggressività /Rabbia/Violenza

Incontro di gruppo sotto la guida della Psicologa Dott.ssa Alessandra Gigante

La parte descrittiva e riassuntiva della violenza che subiscono le donne è una condizione esistenziale. Esiste il “ciclo della violenza” cheè costituita da 3 fasi:

1. “Camminare sulle uova” percepire la rottura dell’equilibrio e la messa in atto di “strategie di coping” per mantenerlo, ma sensazione di stress/ansia che scoppi la rabbia del carnefice;

2. Esplosione della violenza

3. “Luna di miele” che crea una forte attrazione nella donna (ci tiene a me) e la fa ricadere nel ciclo della violenza.

Il violento utilizza la strategia dell’isolamento che rende la donna sempre più fragile; questa precarietà si fonda su diversi fattori:

Fattori Cognitivi (che impedisce di andare via)

· Isolamento da stimoli (nessuna rete)

· Incapace di abbandonare le strategie di coping consolidate

· Valutazioni delle conseguenze che risultano peggiori della situazione attuale

· Mantenimento della situazione disfunzionale nel tentativo di proteggere i figli e sé stessa pensando a conseguenze peggiori nella vita da sola

· Sensazioni di essere parzialmente responsabile di abuso (senso di colpa)

Fattori Emotivi (dipendenza)

· Dipendenza emotiva (sottomissione)

· Timori di ritorsioni

  • Senso di colpa
  • Apatia e trauma (anestesia come mezzo di difesa)
  • Senso di impotenza: a) dipendenza emotiva; b) dipendenza economica
  • Speranza di cambiare il comportamento del partner
  • Timori di eventuali situazioni sconosciute e meno controllabili (strategie di coping)

Fattori di ordine pratico

  • Dipendenza economica
  • Minacce del partner
  • Presenza figli e difficoltà di mantenimento
  • Non disponibilità di alloggio alternativo

Fattori psicosociali

  • Paura del giudizio altrui
  • Timore di abbandono sociale (esclusione dal gruppo di appartenenza)
  • Timore di non essere creduta
  • Adesione a stereotipi di ruolo (modelli: moglie obbediente, marito padrone)
  • Adesione a stereotipi di genere (pazienza e disponibile abnegazione come qualità ideali della donna)
  • Credenze familiari (rappresentazione sociale della famiglia come inscindibile, unita vincolo coniugale)

Alcune spiegazioni: contrapposizione fra paura /paralisi/impossibilità di muoversi fisicamente e psicologicamente, senso di impossibilità della donna contrapposto al movimento = evoluzione

Di seguito alla violenza la mente è irreparabilmente danneggiata dalle costanti minacce; la donna non è più consapevole delle proprie risorse, manca di conflitto interno; c’è confusione , vergogna (sull’idea della coppia ideale – senso di colpa – autoriferimento fallimento della coppia) solitudine e perdita di autostima (seguito da disturbi somatici); apatia/conestesia (meccanismo di difesa di equilibrio e compenso che sono emozioni adattive; amputazione e confusione; sintomi dissociativi [moglie, madre, donna]. La conseguenza della vergogna è il ritiro sociale; il dolore deriva dalla perdita del proprio punto di vista [tutti viene visto dal punto di vista del carnefice. [video] ampio dibattito e break.

Dall’incontro a cui io ho partecipato ho condiviso con le altre parti due episodi della mia vita: il primo quando ero già adulta e il secondo da bambina.

Ho raccontato al gruppo l’episodio in cui mi sono fatta violenza per entrare nel ruolo di moglie infatti mi sono accorta che il mio compagno/fidanzato aveva un canone di donna a cui mi sono adeguata volontariamente per intraprendere il cammino con lui ripetendomi che dovevo risultare la copia identica della donna che lui voleva per permettergli di decidersi a fare il “grande passo” (matrimonio) vista la sua indecisione manifestata a una settimana dal giorno fatidico.

Nel secondo episodio ho rammentato a me e agli altri la violenza che ho subìto come donna (psicologica, materiale e, alla fine, anche di maltrattamenti fisici) nella coppia dopo un periodo di convivenza di 12/13 anni di matrimonio proprio perché il canone di rispecchio era saltato e volevo liberarmi della corazza che mi ero costruita, ma che mi stava stretta.

La rabbia. Qualcosa che ci fa paura e tendiamo a viverla come un problema. La sentiamo troppo, non la sentiamo affatto, la manifestiamo troppo, non la manifestiamo affatto... E nel perderci in questo groviglio di considerazioni non ci accorgiamo di avere un'enorme energia vitale a nostra disposizione che non usiamo a nostro vantaggio. Questo corso intende fornire strumenti pratici per aiutarci a trasformare la nostra rabbia nella migliore energia-amica.

Programma
- Conoscere la propria rabbia
- Il gioco dei disegni e la visualizzazione
- La creazione della maschera
- Il movimento della rabbia
- Il gioco delle maschere
- Il racconto della trasformazione
- L'animale di potere
- La danza e il corpo: la trance dance, il gioco dei mandala, personaggio arrabbiato
- Creare attraverso le immagini la forza ed il coraggio dalla tua rabbia

Io personalmente ho fatto di seguito a questo seminario uno studio personale sulla rabbia da un testo di Goleman/Dalai Lama sulle “Emozioni distruttive” che tratta come intraprendere un percorso che permette di trasformare la rabbia in energia amica (come diceva la Psicologa della Rebis nel seminario ).

Definizione di “empatia” = riconoscere la comunanza fra sé e gli altri.

Il saggio da me estrapolato comincia con un excursus storico della Filosofia occidentale che riconosce alla’Etica, cioè alla vita morale, la presenza di emozioni che vengono definite “virtuose” ovvero adeguate e positive; le emozioni di questo tipo sono le seguenti: rabbia, disprezzo, indignazione, paura, felicità, tristezza, amore, amicizia, perdono, gratitudine, rimpianto, vergogna-colpa, compassione.

Tale assunto si basa sul presupposto scientifico evoluzionista (Darwin) secondo cui tali emozioni servono all’evoluzione della vita dell’uomo come animale sociale e sono quelle a cui si fa ricorso per strutturare la vita sociale. [Manca dunque il riferimento al perfezionamento dell’interiorità individuale].

Al posto dell’interiorità individuale c’è invece attenzione all’io, al proprio valore e all’autostima; la felicità, cioè lo stato di calma assoluta dell’essere è l’obiettivo della vita (ma ci sono diversi tipi di felicità) [Platone]. Proprio Platone ha dato inizio alla cultura occidentale costituita sulla contrapposizione fra ragione ed emozione in cui la ragione ha il sopravvento sull’emozione che deve essere dominata. Aristotele invece mette in atto la teoria del giusto mezzo secondo la quale bisogna cercare l’equilibrio fra ragione ed emozione.

Sulla base di queste idee si può fare una distinzione fra Stati mentali costruttivi e distruttivi; al primo tipo appartengono: il rispetto di sé, l’autostima, il sentimento di integrità, compassione, benevolenza, generosità, vedere il vero/il buono/il giusto, amore, amicizia, + la fiducia in sé e l’umiltà. Gli stati mentali distruttivi sono: bassa autostima, eccessiva fiducia di sé, coltivare emozioni negative, gelosia e invidia, mancanza di compassione (empatia), incapacità di tessere rapporti interpersonali profondi.

Il buddismo indica ogni emozione distruttiva come uno “iato” - favola dello Yeti e delle marmotte.

Il passo successivo dopo aver classificato le emozioni è indicare come liberarsi di quelle distruttive che impediscono alla mente di riconoscere la realtà e compromettono la capacità di giudizio e una corretta valutazione della natura delle cose infatti “oscurano” la vista, si dice normalmente.

L’Io è fluido, è in continuo cambiamento effettivo durante tutto l’arco della vita, ma si verifica l’”attaccamento all’ego” per costituire l’identità cioè c’è un legame profondo innato con un’identità immutabile che è al centro dell’essere e definisce l’individualità che è però vulnerabile ed ha dunque bisogno di protezione e compiacimento. Infatti si mettono in atto due meccanismi: a) lavversione per tutto ciò che minaccia l’identità; b) l’attrazione per ciò che la rassicura, le piace. Perciò la persona si arrabbia quando è attaccata nell’io e le emozioni negative non sono innate, ma intermittenti, cioè si manifestano in determinate circostanze.

Buddismo = 3 livelli di coscienza; quello luminoso è la consapevolezza e la libertà da emozioni negative; anche gli antidoti sono 3 (favola degli antidoti per liberarsi delle emozioni negative; motto della chiave [strumento per aprire, non importa di che materiale è fatto importante è aprire – ogni chiave è adatta e chi apre.

Per poter risolvere questo problema bisogna liberarsi/affrontare le emozioni negative nel momento in cui insorgono come??? = domandarsi se la rabbia ha una forma, un luogo, un colore, ecc. fino a scoprire che la sua materia intrinseca è il vuoto; bisogna prendere l’abitudine di seguire la procedura (vedi pagg. 110/111/112 e 129/130).

Es. bambino di sette anni che in America ha ucciso una sua compagna sparandole con una pistola perché influenzato dai cartoni animati e l’assunzione di modelli di violenza ed esposizione massiccia ad essi sin dall’infanzia. (statistiche).

MUTUALITA’

Dopo il break si incomincia a parlare di mutualità che si è perso nel mondo occidentale dove viene sottolineata l’onnipotenza individuale, ma abbiamo necessità di sapere dove andare. Un elemento essenziale è filtrare usare l’aggressività movimento; violenza = è la sostanza della cultura maschile mentre ascoltare è calarsi nel mondo di chi si ascolta; fare gruppo, capire, e colludere; empatia come distacco partecipato.

Obiettivi dei gruppi self help:

  • Informare
  • Trasmettere metodi
  • Favorire il cambiamento
  • Favorire verifiche
  • Scambiare esperienze e saperi
  • Trascorrere momenti insieme in amicizia (alla pari per conoscersi)

E’ un approccio non terapeutico e non tradizionale è solo un’occasione per riflettere, condividere, fare mutualità. Chi può essere coinvolto nei gruppi di self help ???: le persone con disturbi o problemi; i familiari, gli operatori dei servizi, i cittadini al fine di pensare assieme cose nuove. Anche perché i cittadini sono insoddisfatti dei Servizi, gli Operatori sono frustrati e non protagonisti, i familiari fanno la guerra ai Servizi, gli Utenti non sono protagonisti e responsabili.

Cos’è la mutualità ???

  • Ridare responsabilità
  • Mettere a disposizione esperienza
  • Vedere risorse e non problemi
  • Credere nel cambiamento (cominciando a cambiare da noi per prima)
  • Il tempo è alleato e non nemico (porta cambiamento)
  • Favorire l’umanizzazione dei Servizi
  • Favorire collaborazione (coi Servizi)

Chiavi

Responsabilità, protagonismo, corresponsabilità, famiglia come risorsa, cambiamento, fiducia, ottimismo, esperienza, soluzione dei problemi, semplicità, umanità.

Mutualità come occasione per la cittadinanza per fare assieme conversazione, ovvietà che purtroppo non viene considerata dagli Operatori per la paura di perdita del ruolo; costruirsi una corazza; critiche dei familiari equivoci della buona/cattiva fede; muri di Berlino; il mare fra il dire e il fare. Mutualità è credere nel sapere di tutti: tutti esperti, tutti con risorse; riconoscere il sapere dell’altro e ciò porta alla fine ad essere più sapienti; promuovere la cultura della salute nella propria comunità; no delega di cambiamento; riscoperta della responsabilità; aiutare a ritrovare rispetto, miglioramento e guarigione; pensare che qualcosa di straordinario sia possibile e che la diversità è un valore. Mutualità è fare con e non per ; insieme è meglio; importanza del dialogo per aiutare sé stessi; messa in atto del processo della relazionalità.

Mutualità = costruire una rete in cui le persone sono i nodi relazionali con la molla del cambiamento.

Cenni storici dei gruppi di self help:

‘900 : nascono i gruppi di supporto ai Servizi

1935: nasce la figura del facilitatore messo a disposizione dal Servizio nel Piano Sanitario (in Italia i gruppi Alcolisti Fideistici)

Professore Udolin all’estero forma gruppi di supporto ai Servizi

OMS considera i gruppi di auto mutuo aiuto una risorsa

Legge 328 del 2000 porta chiari riferimenti ai gruppi AMA

Indici : a) QRI ovvero Qualità dei Rapporti Interpersonali; b) NSU/AMQ Indice del numero di sorrisi per abitanti per metro quadrato (il Club degli alcolisti parte dalla comunità.

Il gruppo è una pratica tipica della specie umana circa la relazionalità degli esseri appartenenti alla specie; i gruppi AMA danno equilibrio fra sicurezza e libertà.

I gruppi sono formati da 5 – 12 persone oppure da 5/10 famiglie secondo l’accesso della libera scelta; si fonda sulla presenza dei tre capitali : a) umano (competenza); b) materiale (soldi); c) sociale ovvero fiducia nelle regole e nello stare insieme; il gruppo ha le seguenti caratteristiche:

  • Gli appartenenti al gruppo sono soci/membri e non pazienti/utenti
  • Condividono un problema (hanno un motivo da condividere)
  • Hanno un comportamento da dividere (sede, ora, regolare la discussione, la riservatezza, ecc.)
  • Sono di sostegno reciproco per un percorso di cambiamento
  • Miglioramento della qualità della vita (benessere) (occuparsi della parte sana; trovare equilibrio fra sano/malato)
  • Libertà di scelta dell’individuo (relazioni umane)
  • Raccontarsi fa bene alla salute
  • Instaurare una gratuita parità
  • Essere protagonisti e portare esperienza
  • Libertà e apertura

Le persone devono potersi

  • Integrare fra loro
  • Parlare di sé
  • Ci deve essere un clima positivo e costruttivo
  • Non si deve rinvangare il passato, ma si parla solo di presente e futuro
  • Il gruppo è aperto alla Comunità di appartenenza

FACILITATORE

E’ il promotore non titolato che aggrega le 12 persone; è professionale ma ha qualità umane; non dà consigli, non dà soluzioni , ma regola il flusso della comunicazione; non è un terapeuta. Meno parla meglio è ed è meglio non mitizzare la figura; inoltre:

  • Crede che nelle persone ci siano risorse
  • Crede che tutti possono cambiare
  • Considera il tempo una risorsa
  • È la presenza catalitica (è il catalizzatore)
  • Non dirige, non travalica, non gestisce
  • Ha come obiettivo il cambiamento del comportamento

Il conduttore è diverso dal facilitatore; se c’è un disturbatore nel gruppo è il gruppo stesso che interviene (il gruppo sa fare da sé) e la persona se ne va da solo.

Il facilitatore dichiara di voler formare un gruppo e poi un membro del gruppo trova la sede (no medicalizzazione).

Mai più messa all'angolo !

Si è svolta il giorno 6 maggio 2008 la Tavola Rotonda sul tema
"Violenza alle Donne e sicurezza di genere"
Per incontrare l'operatrice fissa un appuntamento al numero 3405500247
Sarà garantita la privacy secondo la legge 196 del 2003
Tavola rotonda sul tema

“Violenza alle donne e sicurezza di genere”
Salone degli Stemmi della Provincia
Via Anfiteatro, 4 - Taranto




6 maggio 2008 ore 9,30.

ore 9.30 - Accoglienza partecipanti
ore 10.00 - Saluto delle Autorità

Dr. Stefano Fabbiano - Assessore Politiche Sociali Provincia
Dr. Mario Pennuzzi - Assessore Politiche Sociali Comune di Taranto
Dr. Manuel Di Bartolo - Presidente LIDU onlus - Taranto

INIZIO LAVORI ore 10.30

RELATORI

Dr. Antonio Donvito - Medico Chirurgo Pr. Socc. Osp. S.G. Moscati;
Dott.ssa Merj Caforio - Psicologa Clinica Terapeuta;
Dott.ssa Sabrina Caramia Ginecologa
Avvocato Cosimo Assanti

Moderatrice: Dott.ssa Lucia Antonia Longo

Testimonianza: Dott.ssa Cinzia Marroccoli
Centro Antiviolenza di Potenza

L' evento è patrocinato dal CSV di Taranto e dalla Provincia
Sponsorizzazione della Banca Intesa San Paolo P.za M. Immacolata Ta

La cittadinanza tutta è invitata

Associazione "La Mediana" Taranto

"La Mediana", Associazione di Promozione Sociale nasce nel febbraio 2007 dall'unione di professionisti con diverse competenze psicosocio pedagogiche, proiettata verso la diffusione della cultura dell'intervento sociale sul territorio, assicurando risposte ad alcuni problemi attuali attraverso modalità di intervento che mirano a migliorare l'ambiente educativo, le condizioni sociosanitarie, nonchè la qualità della vita dei destinatari e promuovendo maggiore benessere psicofisico nell'individuo, nei gruppi e nelle comunità locali.
Iscritta nel Registro Regionale al numero 35/Ta secondo la L. 39 del 18/12/2007 in riferimento alla L.383 e iscritta al Registro Regionale delle Associazioni e Movimenti Femminili istituito con delibera n° 64 del 31/01/2008 della G.R. al posto 67/Ta.

L'Associazione nel primo trimestre dell'anno 2010 dichiara che nell'ambito dello Sportello Nonviolenza Donna ha seguito i seguenti casi di intervento di aiuto:

- N° 5 (cinque) donne che hanno subito maltrattamenti e violenza fisica, psicologica e di risorse:

  1. 3/5 donne sono state seguite nel percorso legale dall'Avvocato dell'Associazione;
  2. 5/5 donne stanno seguendo il percorso psicologico di uscita dalla violenza secondo l'itinerario gestito dalle psicologhe dell'Associazione che prevede un incontro settimanale per un periodo di 6/8 mesi secondo la modalità dell'ascolto el'accompagnamento empatico al fine di creare empowerment, consapevolezza e la crescita dell'autostima del soggetto;
  3. 3/5 donne sono prese in carico dalle Assistenti Sociali dell'Associazione per l'orientamento lavorativo, l'inserimento sociale e non ultimo l'alloggio;

L'utenza è arrivata all'Associazione attraverso Internet ( 2 casi) oppure è stata inviata da parenti e/o amici (3 casi), inoltre nell'anno in corso lo Sportello è stato pubblicizzato per via mediatica attraverso la partecipazione al Programma "CasaBluStar" (che va in onda ogni giorno dalle ore 9,00 alle ore 13,00) nei giorni 10 e 17 marzo.

Il percorso di aiuto dell'Associazione propone una modalità di intervento a tre fasi integrate infatti l'accompagnamento di uscita dalla violenza per donne e minori si compone di tre fasi: quella legale, quella psicologica e quella di attivazione delle risorse e si articola sul territorio tarantino secondo il principio della collaborazione in rete fra Associazioni e Istituzioni e si fonda sul principio del volontariato adottato dai Soci dell'Associazione La Mediana mentre l'azione dell?Avvocato dell'Associazione fa ricorso all'Istituto del"gratuito patrocinio".

Presidente

Dott.ssa Lucia A.G. Longo

Vicepresidente

Dott.ssa Maria Letizia Perrone

SOCI:

Dott.ssa Mariangela Traversa

Dott.ssa Monica Mignogna

Dott.ssa Graziana Miccoli

Avvocato Cosimo Natuzzi

Dr. Antonio Donvito

Dott.ssa Oriana Schiavoni

Dott.ssa Luciana Dell'Anna


"Operiamo perchè la realtà sia simile a quanto desideriamo"


L'anno 2010 segna una svolta nell'Associazione La Mediana: infatti dopo un intenso e mirato reclutamento sul territorio tarantino la Direzione dell'Associazione ha deciso di adottare modalità e strategie di lavoro innovative scegliendo spiccate professionalità che rappresentino il meglio dei professionisti per creare un gruppo di spinta operante sul territorio come un lievito innovatore.

Infatti è aperta la Campagna Iscrizioni per i Soci Sostenitori che avranno un privilegiato approccio con i Professionisti dell'Associazione. Si darà l'opportunità ai Soci Sostenitori di ricevere 2 (due) sedute di "empowerment" comprese nel costo della quota associativa e specificatamente riferite ai loro bisogni.

Alcuni Obiettivi dell'Asociazione sono:

Valorizzare il ruolo della famiglia per la crescita e la cura della persona.

Attuare strategie di "empowerment" di individui, gruppi e comunità.

Far emergere le potenzialità e le risorse delle persone

Uso della strategia "Cooperative skills"


Attività dell'Associazione

Mediazione familiare

Counseling familiare, individuale e di gruppo

Sostegno della funzione genitoriale

Coaching e Psicoterapia con tecnica PNL

Formazione e Orientamento

Educazione alla Legalità con modalità laboratoriale

Lavoro in rete sul territorio

Europrogettazione rivolta all'interno dell'Associazione ma anche a terzi


Nell'ambito degli interventi di Counseling individuale, l'Associazione si impegna in una proposta di sostegno per la donna nel territorio tarantino, in collaborazione con il Centro di Prima Accoglienza "Emmanuel" di Taranto: lo "Sportello Antiviolenza Donna" nel quale si delinea un supporto psicologico a donne che hanno subìto e/o subiscono violenza.

La violenza nei confronti delle donne è un male che purtroppo non conosce confini e prescinde da cultura, censo e strutture sociali, colpendo tanto le società avanzate quanto quelle meno progredite. Il nostro Paese non è immune da questo male, che si consuma, nella maggior parte dei casi, all’interno della cerchia delle persone vicine alla vittima, se non addirittura dentro le mura domestiche.

Gli stereotipi sul fenomeno della violenza contro le donne sono stati rilevati maggiormente tra le persone anziane e poco istruite, che hanno pure manifestato una maggiore tolleranza verso le violenze. Al contrario, si dichiarano più intolleranti verso la le donne giovani, laureate e occupate.

Tra le risoluzioni proposte da più parti per la definizione di questo problema si configurano i seguenti suggerimenti: più prevenzione, più controllo delle Forze dell’Ordine e più Centri Antiviolenza.
Infatti stando al 50% degli intervistati in ricerche che si sono svolte su questo tema i Servizi Sociali, la famiglia, la polizia e il volontariato dovrebbero farsi carico del problema mentre nella realtà le 1.200 donne vittime di violenza intervistate, hanno cercato sostegno attraverso i familiari e le amicizie mentre solo nei casi più gravi si è fatto ricorso all’intervento delle Forze dell’ Ordine.

Il dato maggiormente impressionante è che la violenza fisica, economica, psicologica e sessuale viene consumata principalmente nelle case: di amici, di parenti, nella propria casa o in quella dell’aggressore. Ad esempio solo il 21% delle violenze sessuali avviene per la strada ed il 14% in auto.

Un ultimo dato si riferisce alle critiche che arrivano da Bruxelles perché l’Italia non ha incluso alcuna strategia di sicurezza nella programmazione 2007-13 del Fondo sociale europeo.
E’ vero che la Pubblicità Progresso appare nelle Tv nazionali e locali per sensibilizzare il pubblico su questo tema e la stampa quotidiana/settimanale dedica articoli che denunciano sempre più spesso fatti di violenza nei confronti di donne, ma nella nostra città, differentemente da molte città d’Italia, manca un servizio specifico, un punto di sostegno a cui la donna che ha subìto violenza può fare riferimento.
Per questo motivo a Taranto l’Associazione “La Mediana”, Associazione di Promozione Sociale, individua nella persona della Dottoressa Lucia A. Longo l’esperta volontaria che si occuperà di svolgere un’iniziativa di intervento sul territorio in stretta cooperazione e collaborazione con il Centro di Prima Accoglienza “Emmanuel” di Taranto, che mette a disposizione la Sede di Via Pupino n° 1 in Taranto, al fine di realizzare azioni finalizzate alla sensibilizzazione sul territorio in materia di violenza alle donne e concreti progetti per il sostegno alle donne che subiscono violenza, secondo un preciso piano di attuazione.

L'intervento ha le seguenti caratteristiche:

Finalità e obiettivi

  1. Contrasto al fenomeno della violenza alle donne sul territorio tarantino con la finalità di sostenere, informare e fornire consulenza psicologica gratuita alle donne in difficoltà, per uscire dalla violenza;
  2. Fare da ponte fra il cittadino e i Servizi Pubblici per segnalare lo specifico sttao di bisogno (violenza alle donne);
  3. Porsi esclusivamente come ulteriore risorsa e non sostituirsi alle competenze dei Servizi Pubblici;
  4. Inserire le donne con disagio in "laboratori urbani" artigianali di sartoria e ceramica per creare uno spazio di apaprendimento e scambio collettivo nel campo dell'arte e delle nuove tecnologie;
  5. Inserimento in laboratori atigianali.

Come interveniamo nello “Sportello Donna” :


- Accoglienza empatica della donna che subisce violenza;
- Analisi dei bisogni, caso per caso, con accurata diagnosi della situazione;
- Presa in carico attraverso la costruzione di una relazione focalizzata sul sostegno progettuale;
- Progettazione esecutiva di intervento individualizzato per la soluzione del problema, tenendo conto delle variabili di “genere”, al fine di migliorare la capacità di risposta, i bisogni di donne che subiscono violenza e per ridurre gli effetti sanitari, sociali ed economici della violenza contro le donne;
- Monitoraggio delle azioni e valutazioni dei risultati usando indicatori specifici “gender oriented”;

- Costruzione ed utilizzazione della rete territoriale per facilitare ed ottimizzare l’intervento al fine di realizzare un’efficace azione di contrasto al fenomeno della violenza contro le donne in un’ottica di integrazione progettuale.


Modalità di intervento


Garanzia della riservatezza e dell’anonimato;
Attivazione solo su richiesta della donna interessata;
Rispetto della donna e delle sue scelte;
L’utilizzo esclusivo di personale femminile (a cominciare da n° 1 Operatrice Psicologa per n° 8 ore mensili, una volta alla settimana);
La contestazione del ruolo di vittima;
L’instaurazione della relazione fra donne come reciproco arricchimento;
n° 5 ore settimanali, due giorni la settimana (laboratori artigianali).


Dove interveniamo


I colloqui di sostegno con donne che si trovano in una situazione di temporanea difficoltà perché hanno subìto violenza fisica, economica, psicologica e sessuale, si svolgeranno presso lo Studio Dott.Donvito Taranto. Stiamo operando e costruendo una rete che permetta la riuscita del progetto nel migliore dei modi. La fascia di età dell'utenza include donne dai 20 ai 70 anni di qualsiasi ceto sociale e che abbia la caratteristica della donna in difficoltà provocata da maltrattamenti e violenza subita di ogni tipo.


Cosa proponiamo

Nel progetto l'intervento di sostegno psicologico, prima telefonico e poi di persona, su richiesta della donna, propone lo sviluppo, nella sede di cui sopra aiutando le donne a gestire la loro vita con attività e creando uno spazio di apprendimento e scambio collettivo nel campo della realtà odierna ricorrendo a collaborazioni integrate. Il programma di accompagnamento al lavoro di donne in difficoltà, ha lo scopo di contrastare il rischio di esclusione sociale e di discriminazione alle quali le donne, una delle categorie maggiormente vulnerabili, risultano essere esposte. Le attività previste consentirannoall'utenza di maturare consapevolezza sulle proprie competenze attraverso un pecorso di accoglienza che le condurrà, con incontri individuali e collettivi di orientamento, ad esplicare i loro punti di forza e di debolezza e giungere amigliorare l'inserimento sociale e lavorativo.

Contatti con il territorio

Si terranno contatti con Assistenti Sociali del Distretto Socio Sanitari del Comune e della Provincia di Taranto, la Questura, la Prefettura, le Forze dell’Ordine, il Pronto Soccorso e l’Ospedale ed infine le Associazioni femminili laiche e non laiche.
Una volta avviato lo sportello, si prevede anche la creazione di un “Gruppo di mutuo aiuto”.

Etica della Relazione d'Aiuto come "Accoglienza"

Una recente ricerca americana (Task Force div. 29), nella quale ha partecipato John C. Norcross nel 1996, si è occupata dell'efficacia della relazione d'aiuto; da tale ricerca sono emersi i seguenti concetti: la variabile "relazione d'aiuto" incide sull'efficacia del risultato della consulenza psicologica nei confronti di un utente con disturbi psicologici nell'ordine del 30%. Questo vuol dire che l'intervento di consulenza è tanto più efficace quanto più è personalizzato.

In questa stessa ricerca sono stati identificati gli "elementi efficaci"a partire da quelli più efficaci a quelli solo probabilmente efficaci. I primi sono: l'alleanza terapeutica, l'empatia, il consenso sugli obiettivi e la collaborazione; ad essi si aggiungono: la considerazione positiva, il "feed-back", lo stile di "coping" ( ovvero la gestione dei momenti difficili), le aspettative e l'assimilazione delle esperienze problematiche.

Dal punto di vista teorico gli studiosi sono arrivati a conoscenza del fatto che la capacità di relazione fra gli esseri umani costituisce un'esperienza e un'abilità molto complesse che si realizzano a più livelli. Uno dei possibili livelli è la realizzazione della "alleanza operativa" che si configura come l'obiettivo più importante nella relazione d'aiuto. Si tratta della collaborazione su cui si fonda l'efficacia della relazione d'aiuto fra il Counselor e l'utente, tra i quali si crea un legame emotivo. I fattori di questo legame sono:

a) la concordanza sugli obiettivi;

b) la concordanza sui compiti per raggiungere quegli obiettivi;

c) l'impegno personale.

A questo proposito è bene ricordare l'importanza della qualità dei primi incontri fra il counselor e l'utente per la buona riuscita della "terapia". E' su questa qualità che, appunto, la relazione d'aiuto si fonda, proponendo la costruzione di una solida alleanza.

I comportamenti che sostengono questo legame, e che dovranno essere attuati sia dal counselor, nel corso della relazione d'aiuto, sia dall'utente, sono:

- l'empatia - la considerazione positiva - il calore (non possessivo) - la congruenza/genuinità -

Un'altra componente essenziale per il buon esito della relazione d'aiuto è la capacità del counselor di riconoscere la modalità utilizzata dall'utente per entrare in relazione con i suoi simili. Tale modalità è il risultato dei rapporti familiari che rappresentano il modello di base che lo utente mette in atto per entrare in relazione con gli altri esseri umani. I sistemi motivazionali d'attaccamento sono "le procedure, consce ed inconsce, che guidano il comportamento per ottenere la vicinanza protettiva (come capacità di adattamento e sopravvivenza di animali capaci di vita sociale) di un membro conosciuto del proprio gruppo sociale" (Disnan, 1999). "Il successo o il fallimento di questa ricerca mobilita emozioni assai intense, corrispondenti a segnali di sicurezzao pericolo di vita." (Rezzonico, Ruberti, 1996 F. Angeli Ed.).

L'alleanza operativa è dunque il primo e più importatnte obiettivo che si deve creare fra il counselor e il cliente: una collaborazione su cui si fonda tutto il lavoro di intervento anche se quest'ultimo non deve basarsi solo sul legame attaccamento-accudimento; infatti il conselor deve proporre il piano di guarigione inconscio del cliente, quello che egli ha dentro di sè, e solo così si potrà realizzare un'autentica risoluzione del disagio.

ATTIVITA' SVOLTE FINO AD OGGI DALL'ASSOCIAZIONE

Oltre ad ascoltare eseguire con presa in carico di donne che hanno subito violenza e maltrattamenti l'Associazione ha svolto i seguenti interventi sul territorio:

  1. Ha partecipato al Convegno per il diritto alla salute promosso dall'Associazione LIDU onlus sul "Gioco d'Azzardo Patologico";
  2. E' stata Partner nel Progetto "Pensare al Futuro coltivando il Presente" occupandosi dell'Educazione di studenti delle Scuole Superiori della Provincia di Taranto proponendo laboratori sul tema "Educazione alla Legalità";
  3. Ha curato il Convegno "Donna e Salute...quale tutela?" insieme ad altre Associazioni come "Donne in rete", NPS, Cittadinanza Attiva occupandosi del tema antiviolenza contro le donne nell'ambito territoriale;
  4. E' Partner nel Seminario "Aperta...mente" insieme con l'Arci Sezione di Taranto, Unicef, Legambiente, Amnesty International allo scopo di sensibilizzare l'integrazione dei migranti sul territorio ionico e a favore della politica di inclusione degli stranieri sul territotorio tarantino;
  5. Fa parte della rete di Associazioni del territorio che sono state individuate dalla Regione Puglia Assessorato alla Solidarietà Settore Integrato Servizi Sociali quali operatori nell'ambito dell'Ascolto e presa in carico di donne e minori che hanno subito violenza e maltrattamenti (G.R. 1818 del 31/10/2007);
  6. L'Associazione attua collaborazioni e accordi di rete con altre Associazioni del territorio per costruire interventi di sostegno e rinforzo rivolti alle persone, gruppi e la comunità.